PREMESSA: Credo sia doveroso, prima di tutto, sottolineare che non è possibile suggerire un tipo di alimentazione universalmente valida ed in grado di risolvere il primo dei problemi che ogni allevatore si pone per il corretto mantenimento dei propri volatili.

Alla fine il miglior modo di procedere è quello di preferire sempre e comunque alimenti quanto più possibile freschi ed esenti da trattamenti chimici.

Relativamente al tradizionale misto di semi (la base alimentare per tutti i granivori) il mio consiglio è di fare attenzione più alla freschezza di ciò che compriamo piuttosto che alle varie percentuali di composizione dei tanti miscugli disponibili o al solo prestigio della casa produttrice. Inutile rammentare che anche il migliore dei prodotti se stoccato in luoghi sporchi, umidi e polverosi finisce per diventare un pericoloso veicolo di batteri nocivi per la salute dei nostri volatili.

Inoltre, le esigenze variano a seconda delle condizioni dei diversi allevamenti (alloggi esterni o interni, numero delle coppie possedute, periodi dell’anno… etc)  ragion per cui facilmente quello che può andare bene per uno diventa sconveniente per un altro.

Se a tutto questo aggiungiamo che in genere i carduelidi sono sensibili a brusche variazioni alimentari ci renderemo conto che solo attraverso l’esperienza diretta potremo stabilire qual’è la dieta che fa al caso nostro.

A mero titolo esemplificativo di seguito riporto le due metodiche alimentari (in buona parte simili) che io ed il mio amico Carmine adottiamo con successo da diversi anni durante i quali abbiamo di volta in volta apportato i correttivi ritenuti più opportuni. Come vedrete pur a fronte di una composizione dei misti leggermente diversa i risultati nel tempo hanno premiato entrambi a riprova che non esiste nessun segreto assoluto ma solo tanta passione, osservazione ed un pizzico di buon senso.

Uno dei principali vantaggi che riscontriamo in questa gestione alimentare è quello che tutto ciò che forniamo ai nostri uccelli è facilmente reperibile nei negozi specializzati ed ha tempi di preparazione molto contenuti.

 

Il misto di semi

Personalmente ho adottato una miscela di semi base che compongo personalmente visto che acquisto i semi singolarmente. Tale misto viene fornito a tutte le specie che allevo nelle quantità di seguito riportate:

6  parti di scagliola

1  parte di niger

1  parte di canapuccia

1  parte di perilla bianca

½ parte di lino

1  parte di cicoria e lattuga bianca

½ parte di girasole nero piccolo

1 parte di miscela per spinus “da riproduzione” (sono diverse le case produttrici che forniscono miscele di buona qualità con alta percentuale di semi prativi)

 

Quest'ultima viene gradualmente aumentata fino a 2,5 parti da inizio febbraio per favorire l'entrata in estro dei riproduttori. In presenza di nidiacei, a parte, fornisco una vaschetta di semi di girasole piccolo nero preferibilmente ammollati in acqua che preparo in piccole quantità di volta in volta compatibilmente con gli impegni quotidiani (in mancanza di tempo anche secco questo seme è particolarmente gradito).

 

Di contro, Carmine, adotta una miscela base del commercio composta da 4 semi (scagliola in prevalenza + niger, canapa e lino) che allunga con del misto riproduzione per spinus  e del girasole nero piccolo per renderla più appetibile. In una vaschetta a parte somministra della perilla bianca. Il miscuglio viene somministrato così come indicato per tutto l’anno.

 

I semi vengono acquistati in quantità tali da essere smaltite nell’arco di un mese. Fa eccezione a tale regola il girasole piccolo nero che acquistiamo direttamente da un produttore italiano per il quantitativo necessario a tutta l’annata. Questo tipo di girasole è davvero un toccasana per tutti gli spinus. Ottimo come cibo per le nutrici diventa prezioso nella fase di svezzamento dato il suo alto valore nutritivo. Inoltre è così tenero che anche i novelli di cardinalino di appena 40 gg. sono in grado di sbucciarlo agevolmente.

 

Pastone

Entrambi utilizziamo un pastone secco del commercio che viene reso più appetibile arricchendolo con una manciata di pinoli e/o mandorle pelate (complessivamente circa 120 gr. per Kg) finemente tritata. Si raccomanda di dosare con parsimonia pinoli e soprattutto le mandorle in quanto questi alimenti particolarmente ricchi di grassi possono determinare eccessiva pinguedine in alcuni soggetti o peggio ancora dannosi sovraccarichi al livello epatico.

In aggiunta uno o due integratori del commercio in dose ridotta rispetto a quella consigliata dalle case produttrici ed un cucchiaio da minestra raso di spirulina completano la composizione di questo pastoncino che viene fornito costantemente per tutto l’anno e sostituito, così come il misto di semi, una volta alla settimana. Il principale pregio di questa formulazione è che il preparato rimane piuttosto secco e  può essere conservato in frigo per molto tempo.

 

Non inumidiamo il pastone ne con verdure ne con semi ammollati o germinati per i seguenti motivi:

1.   la preparazione risulta più lunga e laboriosa;

2.   specialmente nei periodi caldi bisogna gettare frequentemente i residui di cibo per evitare che questi fermentino e lavare accuratamente le mangiatoie che li contenevano.

 

La frittatina

L’impiego di questo alimento è dovuto all’insistenza del mio amico Marco Novelli ed alla testardaggine di una mia cardellina che proprio non voleva saperne di alimentare adeguatamente i suoi piccoli. Nulla dei bocconcini proposti (larve surgelate, semi germinati e uovo sodo) pareva soddisfare il suo gusto. Messo alle strette allora ho provato con la “mitica frittatina” che preparo secondo la ricetta del mio amico Marco Novelli. 2 uova sbattute insieme a mezzo bicchiere di latte ed una puntina di zucchero. Lascio cuocere al microonde per un paio di minuti abbondanti alla massima temperatura ed il gioco è fatto. Per evitare la rapida fermentazione del preparato, tuttavia, la fornisco ogni mattina ulteriormente asciugata con della farina di mais. Risultato: quando torno a casa dopo il lavoro la mangiatoia è praticamente pulita senza neanche bisogno di risciacquarla. La frittatina risolve il problema dell’apporto proteico ai novelli per le prime due settimane di vita. In seguito preferisco diminuire sensibilmente la dose giornaliera a favore del pastone e/o di qualche biscotto secco (preferibilmente savoiardi artigianali senza la classica glassa zuccherata acquistabili presso una normale pasticceria). 

 

Frutta e Verdure

Vengono somministrate alternativamente una o due volte alla settimana nel periodo di riposo e quotidianamente in fase riproduttiva (specie in presenza di piccoli). Personalmente, allevando all’esterno, evito la loro fornitura quando il clima è particolarmente inclemente (giornate di pioggia o comunque in presenza di improvvisi sbalzi di temperatura con freddo pungente).

Prevalentemente fornisco foglie di cicoria (ottima la varietà selvatica), zucchine e cetrioli tagliati a fettine, spinaci e piccoli spicchi di mela. Data la difficoltà di reperimento solo saltuariamente utilizzo erbe prative quali il dente di leone, il centocchio, e l’ortica (con i semini ben maturi) che raccolgo solo in luoghi incolti ed incontaminati ma sono sicuro che un maggiore apporto di tali erbe spontanee, specie all’inizio della primavera, gioverebbe al veloce raggiungimento della perfetta forma amorosa. Come ovvio gli eventuali resti di frutta e verdura vengono eliminati entro le 24 ore.

 

Acqua

Andrebbe cambiata il più frequentemente possibile (se i soggetti non sono troppi anche quotidianamente) e somministrata pura cioè senza aggiunta di integratori vitaminici per i quali mi avvalgo del pastone.

 

Integratori minerali

Per finire sempre a disposizione dei volatili vengono offerti diverse tipologie di grit ed il carbone vegetale (che miscelo insieme) e il tradizionale osso di seppia.

 

Renato Gala

 

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