Negrito della Bolivia

Carduelis atrata

descrizione:

Lunghezza circa 13 cm. E' uno degli spinus più conosciuti. Inconfondibile il suo piumaggio nero con specchi alari, area ventrale e sottocoda giallo vivo. Il dimorfismo sessuale, quasi impercettibile negli adulti superiori ai due anni di vita, è leggermente più evidente nei nidiacei che ancora non hanno abbandonato il nido.

distribuzione e habitat:

L'areale di distribuzione segue la catena montuosa delle Ande per cui comprende Bolivia, Argentina, Perù e Cile. Abita le zone al di sopra dei 3.500 metri di altitudine dove l'aria è fresca e rarefatta e gli sbalzi di temperatura tra il giorno e la notte sono altissimi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note

L'allevamento di questo splendido spinus non è molto diffuso non tanto per le difficoltà legate alla sua riproduzione (più o meno comuni a quelle richieste da altre specie consimili) quanto per l’impegno che richiede mantenere in salute per tutto l’anno questo delicato volatile.

Si tratta, infatti, di un uccellino particolarmente sensibile a endoparassitosi (isosporosi e atoxoplasmosi) spesso difficili da debellare per la concomitante insorgenza di complicazioni di origine batterica del tratto gastro/intestinale.

Particolare attenzione va posta al periodo della muta allorquando il negrito appare più vulnerabile anche perché dalla mia esperienza il ciclico ricambio delle piume avviene con maggiore lentezza rispetto ad altri spinus. Il mio consiglio è quello di evitare per quanto possibile elevati sbalzi del tasso di umidità ambientale soprattutto se accompagnati da un calo verticale delle temperature (a differenza di quanto farebbero pensare i suoi luoghi di provenienza è bene evitargli determinati stress).

A peggiorare la situazione interviene anche la circostanza che tra gli allevatori di negriti è ancora abbastanza diffuso l'impiego di soggetti di importazione. La continua immissione di sangue selvatico nei ceppi domestici, purtroppo, ne pregiudica la robustezza. Per di più la fase di acclimatazione di questi animali di recente importazione spesso impone il ricorso a trattamenti medicinali.

Al riguardo va detto, tuttavia, che in situazioni di emergenza spesso il Baycox (associato sempre ad un integratore a base di vitamina k) si è rivelato il migliore tra i preparati disponibili ma credo che il suo impiego più o meno reiterato determini un cronico abbassamento delle difese immunitarie a tutto danno del volatile che rimane esposto a frequenti ricadute.

In passato per ovviare a questi inconvenienti si è provata anche la strada dell’ibridazione con specie consimili ma meglio adattate alla vita captiva allo scopo di creare soggetti di sangue misto ipoteticamente più resistenti. La scelta in genere ricadeva sul lucherino di magellano o sul ventre giallo. Purtroppo la pratica ha bocciato tale progetto. La strada per “ritornare” al negrito si dimostrata molto più lunga del previsto. Le principali difficoltà vertevano sulla bassa fertilità di molti soggetti a livello di R3/R4 o sulla loro scarsa propensione al ciclo riproduttivo. Oltretutto, in questi “ibridi di ritorno” (in special modo con il testa nera) rimaneva ancora evidente, anche dopo diverse generazioni, un certo dimorfismo sessuale ed un estensione impropria delle zone del piumaggio interessate dal lipocromo giallo rispetto alla specie nominale.

Queste di massima le problematiche che hanno visto nel nostro allevamento un andamento altalenante dei successi riproduttivi e che ad oggi rendono complicata la stabilizzazione di un ceppo veramente domestico.

Per fortuna uno degli aspetti che contraddistingue la passione che accomuna noi tutti è quella mai sopita voglia di dimostrare in primis a se stessi che certi risultati sono raggiungibili. E’ proprio con questo spirito che ci apprestiamo ad affrontare la prossima stagione riproduttiva, coadiuvati dall’amico Massimiliano Esposto anche lui recentemente “folgorato” da questo grazioso volatile.

Per quanto riguarda l’alimentazione e la gestione della fase riproduttiva si rimanda a quanto già detto per gli altri spinus.

 

                             

 

 

P.S.

Sono particolarmente interessato allo scambio di opinioni ed esperienze riguardo questa fantastica specie. Di seguito riporto il mio indirizzo e-mail:

renato.gala@allevamentospinus.it

 

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